Ho conosciuto Erika in una situazione molto particolare. Non dirò quale, perché qualcuno potrebbe riconoscerci. Era comunque una situazione in cui io dominavo, avevo sotto di me un gruppo di persone che mi ascoltava, mi seguiva in tutto e per tutto, e lei era una di queste. Non l’ho notata subito, all’epoca avevo una storia che mi totalizzava. Ero sposato ed avevo una storia. Poi la mia storia è finita e mi accorsi che mi piaceva sempre di più fermarmi a parlare con lei. Anche lei era sposata. Un po’ alla volta entrammo in intimità, io mi confidavo per le mie pene dell’amore concluso, lei trovò il modo di aprirsi e di confidarmi che il marito non la desiderava più. Sentivo che avrei potuto toccarla ed averla. Ma non ero sicuro e ci stuzzicammo per un bel po’. I nostri messaggi diventavano sempre più ambigui. Lei approfondì il suo racconto sui suoi desideri sessuali che il marito non esaudiva. io le raccontavo i mei desideri viziosi. Sentivo che potevo spingermi sempre di più, a parole. ma nei fatti pensavo che lei non volesse andare oltre. Poi, durante un mio viaggio in Francia e Spagna, i nostri messaggi divennero sempre più spinti. Lei, per farmi vedere il libro che stava leggendo, si fotografò con il libro tra le cosce. Capii che il libro era solo una scusa. Voleva che la guardassi. Tempo dopo mi confessò che in quei pomeriggi in cui passavamo a scriverci sfiorando l’osceno, si masturbava ossessivamente, pensando a me, alle mie mani che le afferravano le tette, che le riempivano la bocca. cercava di immaginarsi il mio cazzo e si masturbava. Dopo la foto del libro osai. Non mi ricordo le parole esatte, ma feci un esplicito riferimento sessuale. Lei si offese. Mi disse che avevo frainteso. Avevo rotto la barriera e fu presa dal terrore. Non aveva mai tradito il marito. Pensai di aver rovinato tutto e invece mi riscrisse, ancora più ardita. Ero a Pamplona quel giorno, e mi ricordo che giravo per la città con il telefono in mano e il cazzo duro come il marmo. Avevamo rotto l’argine. Lei aveva la fica bagnatissima. Mi mando una foto delle sue tette. le dissi che mi sarebbe piaciuto sfregarci il cazzo e farci una spagnola. Mi disse che aveva le tette troppo piccole e che nessuno le aveva mai chiesto una spagnola. Le dissi che non ci credevo, che le sue tette erano adattissime alla spagnola. Mentre ci scrivevamo lei si stava masturbando e confessò di aver già avuto tre orgasmi. Il mio cazzo non stava più nelle mutande. Sentivo gocce di sborra uscirmi. Le palle piene. Ecco. Quella fu la nostra prima volta, a Pamplona.