… il periodo della neve è passato da un po’ e Chiara non ha mai voluto uscire con me per una giornata intera… nella sua logica emozionale che appare tanto insensata quanto affascinante mi ha regalato altre nottate meravigliose, ma rimaneva spaventata da un’uscita di giorno. Anche per questo mi fa impazzire, per la sua follia che passa dalla timidezza all’erotismo più sfrenato.
Oggi non so perché, mai chiederle il perché di quello che fa, ha acconsentito a trovarsi per un giro a cavallo in Appennino, per passeggiare in mezzo al paesaggio primaverile lungo il fiume. Un pomeriggio di solo relax, sorrisi, sguardi complici ma nulla di più… forse anche per ricordare a noi stessi che il feeling che abbiamo non è solo nel letto.
Sono tre settimane che non ci vediamo, ci sentiamo con una certa regolarità salutandoci ogni volta in modo falso come se fosse l’ultima ma sapendo benissimo che non lo sarà, e quando la vedo arrivare alla macchina rimango come al solito shockato. Ha una giacca di pelle chiara e i capelli legati in una coda corta… è bellissima ed il primo pensiero è “niente giro a cavallo…”. Ci guardiamo per un attimo e in quell’attimo ci diciamo un mare di cose, è uno sguardo che è un collegare un cavo per scaricare dall’altro tutte le emozioni che ci siamo tenuti dentro, le aspettative, l’eros mancato, perfino i baci o il sesso dati ad altri per cui ci portiamo un minimo di rancore… sale in macchina e le sue gambe sono sicuramente più attraenti della strada, ma mi accontento di tenerci la mano, devo guidare e guardare avanti.
Arriviamo al maneggio sul Secchia dopo qualche kilometro di sorrisi, ironie, confidenze e confessioni; un bel posto davvero e la bella giornata ci fa pensare che sarà un bel giro. La prendo per mano e andiamo dal tipo al baracchino. In effetti sembra un maneggio un po’ dimesso, non vedo molti cavalli e non vedo altri clienti ma forse è il primo pomeriggio ed è un giorno infrasettimanale. Il tizio è cordiale e si sforza di non parlare in dialetto mentre ci dice che ci accompagnerà l’addetto del maneggio che chiama con il cellulare.
Si presenta un ragazzo sulla trentina, gentile, che ci consiglia di cambiarci con abbigliamento più adatto… ci accompagna in uno spogliatoio improvvisato in questa casa di montagna trasformata in maneggio. Lo spogliatoio in effetti è un corridoio con una tenda che divide la zona donne dalla zona uomini e lui ci consegna pantaloni puliti e stivali adatti… o meglio i pantaloni li consegna a Chiara, i miei jeans dice che vanno bene. Aspettiamo Chiara fuori e intanto parlo un po’ con Lorenzo, il tipo che ci accompagnerà, e lo scopro un tipo simpatico e discreto che mi illustra il percorso che faremo.
Finalmente esce lei e rimanendo sulla soglia sorridendo si gira su se stessa chiedendo come sta… i pantaloni chiari stretti le fasciano le gambe ed il culo in un modo incredibile, e dal sorriso che fa mentre si gira si capisce che lo sa benissimo anche lei… il mio apprezzamento è discreto ma evidente da come la guardo, Lorenzo molto professionalmente sorride senza dire niente, ma il suo sguardo la percorre più volte; poi ci accompagna ai cavalli, o meglio ci presenta ai cavalli, visto che li tratta con un affetto come fossero amici…
La mia è Kira, una femmina di argentino nera, Chiara ha Rose, anche lei una femmina… Lorenzo invece sale su un Quarter con un nome impronunciabile. Prima di partire ci fa un breve briefing sulla conduzione e sulla sicurezza, ma dice che i minicorsi servono molto meno che qualche centinaio di metri e quindi ci avviamo verso il fiume con lui leggermente avanti e io e Chiara affiancati che nei primi metri siamo più impegnati a capire se siamo simpatici ai cavalli che a pensare a cavalcare.
Una volta presa un minimo di confidenza alziamo lo sguardo e cominciamo a parlare e ridere mentre guadando il Secchia cominciamo a salire per una carraia in mezzo alle piante… Lorenzo è simpatico e fa di tutto perché vengano presi in ridere i pochi momenti in cui si rischia di innervosirsi, tipo quando Kira decide che non vuole più salire perché trova più attraente un ciuffo d’erba a bordo strada e Chiara non perde l’occasione per pungermi sul fatto che non so farmi intendere e che lascio fare alle donne quello che vogliono.
Lorenzo garbatamente si intromette dicendo che con una donna come la mia sarebbe impossibile non concedere tutto… Io e la mia one-day-girl ci scambiamo un sorriso malizioso.
Devo dire che stare dietro ha i suoi lati positivi, vedo Chiara che si muove senza più l’impaccio dei primi metri, vedo i suoi capelli che sembrano ballare al ritmo dei passi del cavallo, e vedo un culetto che si scuote appena sulla sella tanto è sodo e disegnato… quando si gira per parlarmi, per indicarmi qualcosa o per farmi una foto a sorpresa è bellissima e tremendamente attraente nel suo essere a suo agio mentre io mi sento davvero goffo su Kira…
Arriviamo in un prato davvero bello per colori, fiori e luce… troppo invitante per non lanciarsi in una bella galoppata senza meta solo per attraversarlo veloci, vedendo l’erba scorrere sotto di noi e la criniera che ondeggia fino quasi a toccarci il viso… ci fermiamo dall’altro lato con un sorriso che dice tutto, sono momenti in cui un gesto semplice e naturale risulta più romantico che sdolcinerie omologate… ecco adesso vorrei che fossimo soli, non me ne voglia il nostro accompagnatore, ma avrei una voglia di prendere Chiara e sdraiarla nel prato che non so come reprimerla.
Ci fermiamo più stanchi noi dei cavalli che hanno corso, e ci giriamo per guardare l’altro lato della vallata, oltre il fiume; il sole di aprile picchia alle 4 del pomeriggio e la pelle della mia bella brilla per qualche goccia di sudore sulla fronte.. cazzo se è sexy…
Lorenzo, che gentilmente ci aveva lasciato andare avanti, ci raggiunge e sorride a Chiara avendone colto anche lui la bellezza divertita e serena… una bellezza che è puro erotismo e non c’è educazione che possa impedirgli di tradirsi e mostrarsi ammirato ed attratto… Lei invece se ne stupisce e dopo aver risposto al sorriso mi lancia uno sguardo imbarazzato e interrogativo… ma compiaciuto.
Rimaniamo indietro e ne approfitto per chiederle cosa ne pensa e lei che ha capito benissimo a chi mi riferisco mi risponde con un tanto candido quanto falso “di chi?”… per poi correggere il tiro in un sincero “ è proprio un bel ragazzo”… le sorrido e sprono leggermente per sorpassarla in un gesto di finta gelosia… in verità sono contento di essere con una donna così attraente che sa di esserlo solo in minima parte.
E’ ora di ridiscendere verso il fiume per cominciare a tornare verso il maneggio, sono le 17 e abbiamo una mezzoretta buona di viaggio, le chiacchiere la fanno volare, Lorenzo si rivela simpatico ed intelligente, Chiara ormai è talmente sciolta che fuma una sigaretta mentre procediamo, io continuo a gustarmi una giornata assurda, più che un viaggio mi sembra un trip lisergico per il nonsenso di una cosa così: forse capisco il motivo per cui lei non voleva uscire una giornata con me, vederla nel suo essere meravigliosa e non solo con me, me ne fa innamorare ancora di più, la rende una preda ancora più ambita… ma ormai convivo con questa malattia, non è l’aggravarla un po’ che mi spaventa.
Quando siamo a circa 500 metri dal maneggio acceleriamo il passo perché il cielo si fa scuro con una velocità impressionante, ma riusciamo lo stesso ad essere completamente lavati da un acquazzone negli ultimi 100 metri… scendiamo al volo dai cavalli e Lorenzo li prende in custodia mentre noi andiamo sotto la tettoia. Non c’è più neanche il tipo alla cassa e dobbiamo aspettare che il nostro compagno di viaggio venga ad aprirci… siamo inzuppati, ma per fortuna io ho un cambio in macchina e Chiara si è cambiata quando è arrivata. Lorenzo ci fa accomodare e ci fa notare un bagno attrezzato di tutto punto in cui poterci fare una doccia. Lui dice che farà lo stesso nel suo appartamento al piano di sopra. Chiara mi guarda come per dire che preferirebbe farla a casa, ma nel suo sguardo vedo che anche per lei è una giornata che poco ha a che fare con la realtà e con la normalità.
Quando Lorenzo si è ritirato finalmente posso stringerla e anche lei non aspettava altro, le sento i capelli bagnati e la sento infreddolita anche se in casa si sta benissimo, quindi la lascio andare sotto la doccia mentre io aspetto il mio turno. Sento che non chiude a chiave e se per un momento mi sembra una semplice dimenticanza, mi convinco che non sia involontario; entro e la intravedo dietro al telo della doccia con il vapore che esce dall’alto… mi spoglio in fretta e la raggiungo in silenzio, trovandola di spalle appoggiata al muro che si gode il getto caldo. Prima di abbracciarla la guardo nuda con l’acqua che le scorre sulla schiena, fra i glutei, con lei inarcata leggermente in avanti a scoprire un po’ il pelo su cui alla fine scorre l’acqua… le vado dietro e la stringo pensando di coglierla di sorpresa. “pensavo non venissi più” detto con quel tono che mescola candore ed eros mi accende definitivamente. La stringo da dietro sentendole il seno bagnato mentre le bacio il collo, scendo on le mani fino a toccare il suo sesso mentre lei si gira e mi bacia con gli occhi socchiusi e con i capelli che si bagnano. Sento finalmente di nuovo la sua lingua e le sue labbra, la mia droga preferita, mentre lei si inarca ancora di più appoggiando il suo culo a me offrendomelo e staccando le sue labbra dalla mia bocca. Le percorro la schiena con la lingua sentendo le gocce calde rimbalzare sulla sua pelle e arrivarmi sul viso, con le mani le prendo i fianchi come per tenerla ferma mentre la bacio fra i glutei. Non ce n’è bisogno di tenerla, me lo offre ancora di più, la doccia è grande e posso indietreggiare, mettermi in ginocchio per gustarmi la vista e il sapore che più adoro. La sento mentre l’acqua mi avvolge il viso, è caldissima e il vapore che annebbia la vista contribuisce al senso di assurdo, di meraviglioso e folle di quello che stiamo facendo. Le mani si spostano sulle cosce, che bagnate sono ancora più lisce mentre con la lingua la scopo dove arrivo, davanti e dietro mentre sento una sua mano sulla mia testa che mi preme ancora più dentro di lei.
Mi stacco non per respirare, ma per prenderla mentre mi alzo, entro in lei mentre lei si gira e mi guarda, uno sguardo che è un invito, non un permesso, mi muovo lento mentre le tengo i fianchi che sono lì apposta e le guardo le mani che si muovono sulle mattonelle rese bagnatissime dal vapore; sento il rumore delle nostre pelli che si urtano e si staccano con l’acqua che lascia il rumore di un bacio fra me ed il suo culo…. Mentre ci muoviamo ansimando in silenzio sentiamo una voce in corridoio “siete ancora qui?”… ci fermiamo, l’imbarazzo non ferma l’ansimare eccitato di tutti e due, sento la sua figa che invece di sfilarsi da me si schiaccia ancora di più e lei che mi dice “lo chiamiamo qui?”. Sono io che gli dico di entrare e dopo poco vediamo la tenda spostarsi.
La stacco dal muro mentre lei trattiene l’imbarazzo tenendo gli occhi chiusi e lascio che riappoggi le mani sul petto di Lorenzo che si è messo spalle al muro. Lui le prende il viso con le mani e la bacia, per poi passarle una mano sul seno che sembra aver i capezzoli sull’orlo di scoppiare, le vedo il viso rosso e le vedo riaprire gli occhi, tenerli socchiusi mentre comincia a muovere le mani sul suo corpo. I miei colpi non la scuotono ma la spingono verso Lorenzo, anche se non ce ne sarebbe bisogno, lei lo cerca e ormai con una mano gli tiene il cazzo mentre continua a farlo impazzire con la lingua fra baci sulle labbra e sul petto. Rivoglio i suoi baci, esco da lei e la giro lasciando che offra la sua voglia a Lorenzo, che si china a leccarla mentre lei mi guarda e mi bacia, mi bacia e mi guarda, respira come se fosse stata in apnea per dei minuti… poi la sua testa scende fino a prenderlo in bocca…. Sento un calore assurdo, mi appoggio al muro e sento lei che sussulta stavolta non per merito mio, mi esalta sentirla godere mentre mi bacia, le tengo la testa mentre vedo i suoi glutei tremare di piacere davanti alla testa di un altro uomo.
La rivoglio e la giro ancora, ha il viso stravolto dall’orgasmo, mi guarda come per dire “cosa mi fai?” ma riesce solo a trasmettermi un “fai quello che vuoi”… rientro in lei mentre la sua bocca scende a regalare a lui quello che ha appena dato a me… io e Lorenzo incrociamo lo sguardo… è incredulo, esaltato, tiene gli occhi chiusi o guarda la pelle della schiena di Chiara. Lei dopo un po’ si tira su e lo finisce con la mano mentre lo bacia e la vista di questo fa venire anche me fuori da lei…
Lei si gira e ci appoggia le mani sul petto, un uomo per lato, guarda prima lui poi me, chiude l’acqua e ci regala un ultimo bacio… secco, deciso come per dire che non siamo noi ad averla avuta, ma lei ad averci preso.
Lorenzo esce e torna avvolto in un asciugamano con altri due per noi, poi si assenta per lasciarci rivestire.
Non ci diciamo molto, ma mentre si asciuga i capelli con il fon le faccio cadere l’asciugamano e dallo specchio mi sorride mentre continuo a baciarle il collo, col seno bene in vista riflesso nel vetro ancora un po’ appannato … riesco solo a dirle che è unica, sono troppo fuori per formulare pensieri più articolati.
Dopo poco salutiamo Lorenzo che capisce la situazione e non allude o non pretende, e questo atteggiamento toglie ogni imbarazzo; io e Chiara saliamo in macchina e ci baciamo prima dolcemente poi con un crescendo che culmina quasi in un ringhio come per dire “cazzo….”; metto in moto e torniamo verso casa, verso la normalità… anche se normalità quando si ha a che fare con Chiara è un concetto molto vago.