Alis mi comparve davanti, finalmente pronta, dopo che ne avevo seguito tutta la preparazione e vestizione. La guardai ammirato partendo proprio dai piedi dove indossava le bellissime scarpe dal tacco altissimo e dalla suola rossa che le avevo preso e ancora non aveva mai messo. Le gambe erano fasciate da calze velate con la riga dietro sostenute, ma questo non si vedeva, da un reggicalze. Un vestito elasticizzato le partiva da poco sopra le ginocchia e le disegnava un culo ancor più bello del solito. Fece una giravolta mostrando come dietro il vestito legato dietro al collo le lasciasse l’intera schiena nuda mentre davanti fosse scollato e le aderisse ai seni, lasciati, per forza di cosa, senza reggiseno.
Era bellissima. Molto sexy. Forse troppo. Chiunque si sarebbe girato a guardarla.
Arrivammo al ristorante di lusso che avevamo prenotato. Il cameriere ci accompagnò al tavolo in fondo alla sala, come da noi richiesto. Gli spiegai che le altre due persone per cui avevamo prenotato dovevano ancora arrivare. Nell’attesa ci offrì da bere un vino da aperitivo e noi accettammo con piacere.
Nell’attraversare la sala mia moglie aveva fatto colpo, molti l’avevano notata, mentre camminava sculettando e tenendomi la mano. Fu molto affettuosa, nessuno poteva avere il dubbio che fossimo una coppia e molti, probabilmente, un po’ mi invidiarono.
“Eccole!” esclamò vedendo entrare nel locale i nostri commensali. Un sorriso le comparve sul volto. Appoggiò il bicchiere e si alzò per andare loro incontro, facendosi quindi nuovamente notare dagli altri avventori.
Mise le braccia intorno al collo prima donna che non si fece troppi problemi a sostenerla con una mano sul culo. Lo baciò, ma non innocentemente sulle guance come uno si sarebbe potuto aspettare. Lo baciò sulla bocca. Con la lingua. Restandogli avvinghiata qualche istante di troppo.
Notai subito qualche sguardo perplesso nella sala.
Con la seconda donna la scena non si ripeté anche perché fu chiaro che non si conoscevano. La donna li presentò. Si salutarono e poi vennero verso il tavolo dove io, ancora seduto, li avevo osservati.
Anche a me venne presentata la seconda donna, mentre la prima già lo conoscevo. Erano entrambi molto eleganti, la prima donna indossava un tailleur, la seconda con un tubino nero attillatissimo, erano entrami molto belli, entrambi più giovani di noi. Si sedettero ai fianchi di mia moglie che, da quel momento, ebbe occhi, orecchie e attenzioni solo per loro.
Si capiva benissimo che flirtavano, che c’era molta intesa fra loro e che io, invece, ero lasciato in disparte. Si scambiavano effusioni, non preoccupandosi di nascondersi neanche alla presenza del cameriere. Chiunque guardasse verso il nostro tavolo non poteva avere dubbi sulla situazione. Certamente poteva esserne stupito visto che l’uomo con cui era entrata quella bellissima donna, cioè in modo evidente suo marito, non sembrava batter ciglio di fronte ad altri due commensali con cui lei sembrava essere molto intima.
Ad un certo punto lei e la prima donna si alzarono, dopo che lei le aveva sussurrato qualcosa nell’orecchio. Sculettando in modo evidente e trascinandosela dietro tirandolo per una mano si diresse nelle toilette del ristorante.
Passò qualche minuto e non erano di ritorno. La mia commensale si alzò, per andare a vedere. Rimasi solo seduto al tavolo con i camerieri che intanto ci portavano i piatti ordinati. Mi sentivo tutti gli sguardi addosso.
“Fra poco arrivano.” mi disse la seconda donna, di ritorno dalla toilette, appoggiando a fianco del mio piatto un mucchietto di stoffa.
Forse non tutti capirono di cosa si trattasse sebbene fosse abbastanza evidente: il perizoma di mia moglie, umido e profumato.
Lei tornò poco dopo, sorridente e su di giri, seguita dall’altra. Dopo che si fu seduta ci fissammo negli occhi per un tempo lunghissimo. Lei con una espressione tra il malizioso e l’eccitato. La bocca leggermente aperta.
Sembrava come se fossimo telepatici e lei mi stesse raccontando cosa aveva appena fatto. In qualche modo ci riuscì. Io, a causa di tutta la situazione, non riuscii a trattenermi. Sentii il mio cazzo eiaculare in un orgasmo silenzioso. Lei capì.
La cena proseguì, la tensione si allentò un po’ e sembrammo anche quattro normali amici che cenavano.
Dopo il dessert, mangiato da lei con gesti molto equivoci, loro tre si alzarono. Lei mi salutò con un bacio sulla bocca sussurrandomi ti aspettiamo in macchina fai presto e si fece condurre fuori da loro, ognuno con una mano su un suo fianco, pericolosamente vicina al culo.
Rimasi di nuovo da solo al tavolo, sentendomi ancora osservato. Dopo essermi gustato mentalmente il momento passato e pregustandomi quello che mi aspettava fuori, chiamai il cameriere per farmi portare il conto.
Continua…
liberamente tratto dalle fantasie di Alis e Miky